L’Università di Trento è in rosso e rischia di dover tagliare servizi, didattica e borse di studio. L’appello è del rettore Flavio Deflorian al prossimo governo provinciale, affinché consideri l’ateneo una risorsa e non un costo. Il bilancio 2022 dell’Università di Trento si è chiuso con un deficit di oltre 4 milioni di euro. Per il 2023 si teme uno sbilanciamento ancora maggiore con circa 15 milioni di euro mancanti l’anno, considerando il solo adeguamento delle spese al potere d’acquisto. Dal 2012, ha puntualizzato il rettore Deflorian, non c’è stato nessun aumento nei finanziamenti da parte della Provincia, a fronte di una crescita di costi e servizi del 40%. Il rischio di non avere sufficienti risorse (per consolidare ciò che l’università trentina porta avanti con successo da 60 anni) è quello di dover tagliare le borse di dottorato, la qualità della didattica, ma anche l’asilo nido del dipartimento, le cerimonie di laurea, le borse per gli alloggi degli studenti fuori sede, che ad oggi coprono solo la metà di chi avrebbe diritto con circa 1100 posti totali. Altro nodo è quello della Facoltà di Medicina con i percorsi di specializzazione, ad esempio, in neurologia e medicina d’urgenza, che potrebbero subire una battuta d’arresto assieme alle collaborazioni con i centri di ricerca, in primis fondazione Mach e Fbk. Altri 6/7 milioni se ne vanno tra aumenti energetici e manutenzione del patrimonio edilizio. La Provincia di Trento, che ha la delega in materia, ha la responsabilità – secondo Deflorian – di occuparsi dei propri studenti, tra l’altro in crescita sotto il profilo delle nuove immatricolazioni. (FOTO: UniTrento ph. Pierluigi Cattani Faggion)
L’UNIVERSITA’ DI TRENTO E’ IN ROSSO: L’APPELLO DEL RETTORE ALLA POLITICA
Mancano risorse: a rischio didattica, servizi e ricerca
Sala Stucchi, conferenza stampa del Rettore Flavio Deflorian.
13 Settembre 2023
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