Nel 2024 sono stati 2.476 i nuclei familiari seguiti dai 39 Centri di ascolto della Caritas dell’Arcidiocesi di Trento. Un dato in aumento rispetto all’anno precedente, quando ne erano stati seguiti 2.425. Calcolando una dimensione media familiare di 2,9 componenti, si può stimare che l’intervento della Caritas abbia raggiunto oltre 7.000 persone nel territorio diocesano. C’è però un altro dato significativo: 1.020 famiglie si sono presentate ai servizi per la prima volta nel 2024. I numeri sono contenuti nel nuovo Rapporto sociale della Chiesa trentina, “Trame di speranza”, realizzato attraverso l’attività della Fondazione Caritas diocesana e della rete delle Caritas parrocchiali, che si avvale dell’impegno di più di 1.300 volontari.
L’anno scorso sono stati distribuiti 697.000 euro di aiuti economici dai Centri di Ascolto e 140.000 euro dal fondo “InFondo Speranza” per le spese essenziali come abitazione, utenze, alimenti e cure mediche. Un punto che emerge dal Rapporto, infatti, è che, nonostante gli strumenti pubblici di sostegno – come l’Assegno di inclusione e la quota A dell’Assegno unico provinciale – una parte consistente delle persone in difficoltà resta priva di qualsiasi aiuto economico.
Gli empori solidali – i cui esempi più strutturati sono a Trento Nord, Pergine e Valle dei Laghi – hanno sostenuto 1.325 nuclei familiari (3.658 persone).
Nell’ambito dell’accoglienza, nel 2024 sono state 488 le persone accolte dalla casa Bonomelli, 374 dalla struttura in via Lavisotto e 314 al Portico di Rovereto. Nella casa di accoglienza Bonomelli, su 488 persone 45 avevano un contratto di lavoro attivo: nove a tempo indeterminato (di cui quattro full time), dodici a tempo determinato full-time e 24 con impieghi part-time o stagionali. Nelle Mense della Provvidenza di Trento e di Rovereto, invece, vengono serviti rispettivamente 180 e 45 pasti al giorno. E le richieste allo Sportello per l’accoglienza sono cresciute di circa il 30% rispetto al 2023, con una presenza in aumento di giovani uomini nordafricani in attesa dell’avvio della procedura di protezione internazionale.
Nel Rapporto della Caritas diocesana viene sottolineato come la casa sia la criticità che attraversa ogni altro bisogno. Nel 2024 l’Area abitare registra 191 persone accolte, contro le 149 del 2023. Nel progetto “Una comunità intera” (Uci), dedicato ai richiedenti protezione internazionale, sono state accolte 101 persone, soprattutto in appartamenti e canoniche. Gli sfollati ucraini accolti nel 2024, invece, sono stati 52.
POVERTÀ, 1.020 FAMIGLIE TRENTINE ALLA CARITAS PER LA PRIMA VOLTA
Rapporto con dati 2024: critico tema casa, non bastano aiuti

10 Novembre 2025
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