Una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che è inammissibile la questione di rettifica di attribuzione di sesso in “un genere non binario” nell’atto di nascita, ma tocca al legislatore affrontare il tema in quanto “primo interprete della sensibilità sociale”.
Lo hanno sancito i giudici del massimo organo di garanzia costituzionale in riferimento ad una questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Bolzano dopo la richiesta di un transgender, biologicamente donna, ma che stava transitando nel genere maschile, che voleva rettificare il sesso nell’atto di nascita da ‘femminile’ ad ‘altro’.[Vs]