In Alto Adige sono in aumento di casi di “Meningoencefalite da zecca (TBE)”, una malattia infettiva del sistema nervoso di origine virale veicolata soprattutto dalle zecche del cane e del bosco. Il rialzo delle temperature medie ha aumentato la presenza di questo parassita anche nei parchi cittadini bolzanini e la loro presenza in montagna è stata ora riscontrata anche a quote elevate, fino anche ai 2000 metri. Generalmente l’attività delle zecche si concentra nei mesi caldi, mentre in inverno tendono a rifugiarsi sotto le pietre a interrarsi.
La prima forma di prevenzione è saper riconoscere una zecca (le zecche che attaccano l’uomo sono diverse dalle zecche del cane), e controllarsi sempre dopo una gita in montagna. Il morso di zecca non dà problemi di per sé, e non è doloroso né dà prurito, se non una volta tolta, quando si forma il pomfo. I sintomi si hanno quando la zecca è infetta.
In Alto Adige le zecche sono diffuse soprattutto:lungo la destra orografica del fiume Adige, nei dintorni di Bolzano (in particolare nei pressi dell’inceneritore), nella Bassa Atesina, nell’Oltradige e nel Comune di Vadena. Il più gran numero di casi di “Meningoencefalite da zecca” registrati ha avuto origine in queste aree. Anche se il fenomeno, per diffusione e incidenza è in aumento, non è tale da destare particolare preoccupazione per la salute dei cittadini fanno sapere dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige.
L’intervista alla Dottoressa Floriana Crivaro, medico di medicina generale: