A BOLZANO AGNES HELLER, LA PIU’ IMPORTANTE FILOSOFA VIVENTE

Agnes Heller con il Centro per la pace di Bolzano ha un rapporto speciale. Questa volta presenterà la sintesi del suo pensiero con le stelle polari della sua etica: il valore dell’amicizia come momento di costruzione di una visione condivisa del mondo; la bontà come presupposto della pace e della nonviolenza (“l’uomo buono è colui che preferisce subire un torto piuttosto che commetterlo ad altri”); la giustizia; la verità (anche dell’informazione) e la bellezza.

L’appuntamento è per giovedì 15 giugno alle 18.30 al Centro Trevi

Dopo aver ricevuto a Berlino anche il Willy Brandt-Preis, il prestigioso premio della Socialdemocrazia tedesca – dopo altri importanti riconoscimenti raccolti in questi anni fra cui il premio Levi – torna a Bolzano Agnes Heller, la pensatrice più importante della nostra storia, oramai un classico del pensiero moderno che insieme a Jürgen Habermas, suo amico d lunga data, calca ancora i palcoscenici del mondo.

Con Bolzano e col Centro Pace la Heller ha un rapporto speciale frutto di scambi di amicizia che si diramano e si alimentano da anni attraverso incontri e iniziative anche fuori dai confini dell provincia. Questa volta Heller verrà a Bolzano per presentere il suo ultimo libro appena edito in italiano, “Breve storia della mia filosofia”, che è un po’ una sintesi degli eventi che hanno scandito il Novecento e delle idee cardine su cui si è sviluppato il pensiero della filosofa ungherese, erede della cattedra di Hannah Arendt alla New School di New York.
Giovedì 15 giugno alle ore 18.30 la Heller dialogherà, al Centro Trevi di via Cappuccini, con il docente di filosofia dell’Università di Trento, Francesco Ghia.

Agnes Heller è in Italia per partecipare, sabato 17 giugno, al festival di Repubblica (La Repubblica delle idee) ed è per Bolzano una nuova occasione per ascoltare le riflessioni sull’etica, sull’amore, sulla giustizia, sul perdono, sull’amicizia e sulla bontà, che hanno segnato la sua “Teoria dei sentimenti”, altra opera classica della Heller appena ripubblicata.

In “Breve storia della mia filosofia” Heller racconta per la prima volta il suo cammino filosofico, intrecciando lo sviluppo delle proprie idee alle sfide storiche e politiche del suo tempo (dai Gulag ad Auschwitz, dalla rivoluzione all’emigrazione). La storia del suo pensiero viene presentata in quattro tappe: gli “anni dell’apprendistato”, a lezione da György Lukàcs, prima e dopo la rivoluzione ungherese; gli “anni del dialogo”, epoca di fermento, discussione e condivisione all’interno della cosiddetta Scuola di Budapest; gli “anni della costruzione e dell’intervento”, caratterizzati dall’impegno politico durante l’esilio australiano; infine, gli “anni della peregrinazione”, fra lezioni e conferenze in giro per il mondo, dopo la morte dell’ultimo marito Ferenc Fehér. Un’avventura intellettuale di straordinaria intensità che attraversa l’intero “secolo breve” e si confronta con il vortice dei suoi più scandalosi enigmi.

La Heller è stata vittima – insieme a tutta la sua famiglia di origine ebraica – delle persecuzioni naziste. Il padre, intellettuale ebreo di primo piano (scrittore, musicista) morì ad Auschwitz dopo essere stato arrestato dalle SS per la sua attività di sostegno agli ebrei in fuga. Agnes, insieme alla madre, ha vissuto l’esperienza del ghetto di Budapest sopravvivendo alla drammatica esperienza della Todesmarsch.

Dopo aver guidato la Scuola di Budapest durante gli anni del regime comunista tentando una riforma del marxismo in chiave umanistica (tentativo che la mise nella lista nera dei nemici del regime) riuscì a fuggire dall’Ungheria alla fine degli anni Settanta per approdare prima a Melbourne, dove insegnò alla facoltà di Filosofia per quattro anni e poi a New York dove prese il posto che fu di Hannah Arendt alla New School e che la consacrò una delle pensatrici più importanti dela nostra storia. Dopo la caduta del muro di Berlino ha deciso di ritornare nel proprio paese. Oggi vive, lavora e insegna a Budapest, ma gira, invitata tenere incontri e conferenze in tutto il mondo.

Per l’impossibilità ad essere concertamente presente all’incontro, a causa di altri impegni, la presidente della Comunità ebraica di Merano, Elisabetta Rossi Innerhofer invierà un saluto alla Heller, che nel settembre del 2012 aveva partecipato ad una festa della Comunità visitando anche la mostra a Castel Tirolo: “Zachor – Ebrei nel Tirolo meridionale fra Otto e Novecento”.

12 Giugno 2017


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