Gli effetti della pandemia hanno avuto ripercussioni anche sulla vita familiare, facendo drammaticamente aumentare i casi di violenza tra le mura domestiche. Le chiamate delle vittime alle forze dell’ordine sono aumentate di un terzo. La casa come prigione. E’ ciò che l’abitazione ha rappresentato per un terzo delle donne altoatesine durante la pandemia. Nel corso della quarantena domiciliare infatti sono aumentate di un terzo le chiamate alle forze dell’ordine da parte di donne maltrattate per avere informazioni su che tipo di comportamento adottare in caso di violenza domestica. In Alto Adige ogni anno sono 600 le donne vittime di violenza domestica che escono di casa per essere accolte nelle case femminili di accoglienza. Nel 2018 in provincia di Bolzano ci sono stati 5 femminicidi, mentre nel resto d’Italia sono stati 129: in sostanza in Alto Adige il rischio per le donne di rimanere vittima di violenza domestica è 5 volte quello registrato a livello nazionale. Autore, nel 90 per cento dei casi, è il partner. Diversi gli ingressi di donne maltrattate nelle case protette. [mda] [ascolta l’intervista alla presidente della Gea Christine Clignon]