Tre sfide per la crescita: sostenibilità, biodiversità ed ecologia. Il processo di mutazione che ha caratterizzato il paesaggio negli ultimi decenni ha trasmesso anche un nuovo senso di responsabilità verso le prossime generazioni. Si sente il bisogno di nuove strutture, città alternative in espansione verticale anziché estesa. E’ nata, ma soprattutto si sta espandendo, la consapevolezza di rigenerare le città esistenti, agevolarne la crescita modificando il costruito, rimodernandolo all’interno del suo ambito moltiplicando le superficie verdi e ospitando di nuovo la natura.
L’architetto Stefano Boeri ha spiegato quello che negli anni è stato il processo di crescita delle città è stato anche un processo di trasfigurazione del paesaggio. Ragionando in termini di utilizzo, consumiamo al secondo 8mq di suolo. E’ un processo da ripensare, soprattutto per le generazioni future.
Il rischio della sostenibilità è quello di tradurla solo dal punto di vista tecnologico, come affidarsi al verde per migliorare la qualità della vita senza calibrarlo con altre politiche, può rivelarsi solo mera utopia. Il tema vero è tornare ad avere uno sviluppo basato su un concetto di ecologia integrata olistica, concetto ripreso anche da Papa Francesco.
Una sfida importante che ci attende è quella di aumentare le superfici verdi nelle città e quindi su come le città possano ospitare di nuovo la natura. Esempi in tal senso, sono Singapore, oppure Parigi che ha lanciato una campagna straordinaria sui tetti verdi, New York con la promozione degli orti urbani e Milano con i boschi verticali.
E’ un progetto pensato anche per la biodiversità e in questo senso qualcuno si è già mosso, ma la vista di altre specie animali impegnate a prendere possesso di una dimensione urbana non più loro deve far riflettere. Se anche non saremo più in grado di ristabilire un equilibrio, almeno potremo crearlo in alcuni habitat compatibili.