Politica

REVOCA VICEPRESIDENZA, DIBATTITO ACCESO IN CONSIGLIO PROVINCIALE A TRENTO

Fugatti, 'facoltà del presidente'; minoranze, 'toccato il fondo'

Foto: Ansa

Un dibattito vivace, dai toni a tratti accesi, ha animato la seduta del consiglio provinciale di Trento, aperta dalla comunicazione del presidente della giunta, Maurizio Fugatti, sulla revoca della vicepresidenza dell’esecutivo a Francesca Gerosa (FdI) assegnata all’assessore, Achille Spinelli, insieme alla competenza sullo sport.
Nel suo intervento, Fugatti si è limitato a sostenere che il presidente ha, in base alla legge elettorale, la facoltà di delegare le competenze agli assessori e, quindi, è implicito anche il potere di revoca. La legge, ha aggiunto, non impone una comunicazione al consiglio.
“È vero che il presidente distribuisce le deleghe e le può ritirare – ha replicato Francesco Valduga (Campobase) – ma questo potere non è qualcosa di avulso dalla comunità. Pur essendo eletto direttamente, deve comunque dar conto alla comunità di una decisione come questa. I trentini hanno la necessità di capire quali sono le motivazioni di questa decisione”.
“Con questa comunicazione – ha contestato Filippo Degasperi (Onda) – il presidente ha confermato la scarsa considerazione che ha per il consiglio”. Fortemente critica anche Paola Demagri (Casa Autonomia) secondo la quale “la logica del presidente è: o sei con me o contro di me”, mentre Lucia Coppola (Avs) ha parlato di “ritorsione”.
Daniele Biada (FdI) ha, invece, ricordato che “si è partiti con una coalizione che aveva già deciso che Francesca Gerosa sarebbe stata la vicepresidente”.
È intervenuta anche la stessa Gerosa, sostenendo che “nella risposta del presidente ci sono tanti non detti che dicono molto”. L’ex vicepresidente della giunta ha rivelato di aver chiesto a Fugatti “dove e quando non avrei lavorato bene”, ricevendo l’assicurazione che “sul suo lavoro non c’era nulla da dire”. “Mai ho posto e porrò gli interessi personali davanti a quelli dei trentini – ha aggiunto Gerosa – per questo non mi sono dimessa, perché prima di tutto viene il servizio ai trentini”. Nonostante quella che ha definito un’umiliazione, ha proseguito, “continuerò, bene o male lo giudicheranno i trentini, a lavorare con più determinazione di prima”.
È intervenuto anche Claudio Cia (Misto), dicendo di essere “tra i pochi a conoscere i dietro le quinte della scelta della vicepresidente”, decisa, ha sostenuto, “non a Trento, ma a Roma”. “Con questa vicenda la maggioranza ha toccato il fondo”, ha sostenuto Alessio Manica (Pd), secondo il quale “le istituzioni sono state usate come un campo di battaglia tra Lega e FdI”.

3 Giugno 2025


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