I punti nascita in regione a rischio chiusura porrebbero salvarsi. Il barlume di speranza è contenuto nel decreto firmato dal ministro Beatrice Lorenzin. Nel provvedimento si apre infatti alla sperimentazione in aree montane dei punti nascita con parti inferiori alla soglia dei 500, stabilita nell’accordo Stato-Regioni del 2010 che aveva imposto la chiusura delle strutture con un numero di parti inferiore ai 500 all’anno. A questo punto, in Trentino per esempio, non solo i punti nascita di Cles e Arco, dove in media i parti all’anno sono 400, ma anche le strutture di Cavalese e di Tione, dove i parti sono inferiori, potrebbero salvarsi, a patto che il Comitato percorso nascita nazionale, a cui la richiesta di accedere alla sperimentazione dovrà essere inviata entro i prossimi tre mesi, si pronuncerà per il sì. Il comitato dovrà decidere positivamente se tutti i canoni di sicurezza verranno rispettati.
Ascolta l’intervista all’assessore provinciale di Trento Luca Zeni