Le tensioni tra Russia e Unione Europea seguite alla crisi ucraina hanno portato a reciproche sanzioni economiche, con effetti diretti per diverse imprese altoatesine. Ancora più importanti sono però gli effetti indiretti, dovuti al calo della domanda da parte della clientela russa. L’embargo russo ha inoltre causato un eccesso di offerta di mele sul mercato europeo, rendendo più difficile la commercializzazione delle mele altoatesine.
L’export dell’Alto Adige verso la Russia ammonta a circa 70 milioni di euro all’anno e per alcune dozzine di imprese altoatesine il mercato russo è assai rilevante. L’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano ha effettuato un sondaggio tra gli esportatori altoatesini per analizzare gli effetti economici della crisi ucraina.
Le conseguenze dirette della crisi sono limitate, anche se alcune imprese altoatesine si sentono discriminate nelle gare pubbliche in Russia o percepiscono un peggioramento dei rapporti con i loro partner russi. Le limitazioni commerciali introdotte dalla Russia hanno colpito soprattutto l’agricoltura ed in particolare l’export di frutta, verdura e latticini. Molte cantine sociali temono però che in futuro l’embargo possa essere esteso ai vini.
Per molte imprese altoatesine gli effetti più rilevanti della crisi sono comunque quelli indiretti, dovuti all’indebolimento dell’economia russa. Quest’anno la Russia registrerà una crescita modesta e nel 2015 potrebbe addirittura scivolare in recessione. Da luglio a metà dicembre il rublo ha perso quasi il 30 percento del proprio valore rispetto all’euro e lo scorso martedì vi è stato un nuovo improvviso deprezzamento del 18 percento. Il 44 percento delle imprese altoatesine che esportano in Russia percepisce gli effetti del rincaro dei propri prodotti per i clienti russi. Il 37 percento delle imprese esportatrici intervistate ritiene inoltre che la situazione economica generale della Russia incida negativamente sui propri affari e quasi un terzo rileva problemi di liquidità tra i clienti russi.
Un’altra conseguenza indiretta delle sanzioni economiche riguarda la frutticoltura. Importanti Paesi produttori come la Polonia non possono più vendere le proprie mele in Russia e ciò, unitamente agli abbondanti raccolti di quest’anno, ha comportato un eccesso di offerta e un calo dei prezzi sugli altri mercati.