Sparisce l’obbligo di residenza per almeno quattro anni per candidarsi a sindaco in un comune dell’Alto Adige. Lo ha deciso oggi il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige-Suedtirol, riunito in seduta straordinaria proprio per la modifica della legge in questione. Il disegno di legge ha visto 52 voti a favore, uno contrario e nessun astenuto.
Il testo modifica in particolare l’articolo 6 della legge regionale in materia di elezioni comunali, che prevedeva che potessero essere eletti a sindaco di un comune altoatesino solo coloro che erano residenti nella provincia di Bolzano da almeno quattro anni. L’assessore Noggler ha spiegato la ratio del disegno di legge. “Già nel 2002 – ha detto – il presupposto della residenza era stato stralciato per i consiglieri comunali ed è rimasto solo per il sindaco. Ora vogliamo stralciare questo requisito, perché siamo dell’avviso che possa essere anticostituzionale e non vorremmo che ci fosse l’annullamento delle elezioni per questo articolo”. Il consigliere Walter Blaas (Freiheitlichen) ha spiegato di essere disposto a risolvere questa questione. “Noi abbiamo presentato una proposta emendativa – ha affermato – ma dopo esserci consultati con gli uffici, abbiamo avuto una informazione che ci ha permesso di ritirare l’emendamento”. Ha poi parlato del testo dell’emendamento. “Tutti i dipendenti dei gruppi che vengono assunti con un contratto di lavoro, vengono assunti – ha sostenuto – per tutta la durata della legislatura non sottostanno a questa norma che prevede la messa in aspettativa qualora si candidassero”. Alessandro Urzí (Misto) ha quindi preso parola: “Qualunque cittadino della Repubblica, chiunque sia, ovunque risieda, potrà candidarsi. Viviamo un momento politico di estremo fermento con il rinnovamento istituzionale”. Ha quindi parlato della Convenzione per l’Autonomia, che è oggetto di un disegno di legge che sarà in aula in Consiglio provinciale a Bolzano ad aprile. Ha poi invitato i consiglieri ad affrontare anche il tema del limite dei quattro anni per l’elettorato attivo: “Per la Provincia di Trento è stato ridotto a un anno. Se vogliamo aprire il tema della riconsiderazione dei limiti per l’elettorato, dovremmo anche affrontare quelli dell’elettorato attivo. Chiedo che ci sia una testimonianza di impegno civile da parte di questo Consiglio perché si possa rimuovere questo limite in Provincia di Bolzano”. Ha però specificato di essere contrario a candidati “paracadutati in Regione”. Andreas Pöder (Team Autonimie – Bürger Union) ha detto che la procedura è corretta, perché evita eventuali ricorsi. “Tuttavia, la residenza quadriennale ha una sua logica, nel senso della tutela del gruppo etnico, se fosse ancorata nello Statuto d’Autonomia, e su questo si dovrebbe riflettere. Sono fermamente convinto – ha aggiunto – che dovremmo ancorare nello Statuto il requisito della residenza quadriennale per il diritto elettorale attivo e passivo, sia per il sindaco sia per i consiglieri comunali, non solo per la Regione, ma per la Provincia”. Pöder ha quindi criticato l’ex consigliere Karl Zeller per non avere all’epoca rilevato l’incostituzionalità della norma per i sindaci”. Brigitte Foppa (Verdi) ha preso parola per “esprimere lo stupore per i partiti di maggioranza che siedono in aula da molti anni e si sono meravigliati che vi fosse una norma incostituzionale che é il frutto di un lavoro politico”. E’ quindi entrata nel tema del suo emendamento che riguardava il tema delle liste e dei partiti, definendo alcuni di “serie A”, che non hanno bisogno di raccogliere firme, e partiti di “serie B”, che invece devono cercare persone disposte a firmare. “Ci sono liste, partiti – ha aggiunto – che sono presenti da anni eppure sono costretti a raccogliere le firme ogni volta”. Ha quindi spiegato che l’emendamento che chiedeva l’equiparazione tra tutte le liste, chiedendo che per tutti sia richiesta la raccolta di firme. Ha quindi detto che il collega Noggler le ha assicurato che il tema sarà affrontato. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha parlato del diritto di voto come diritto fondamentale: “Il fatto che noi abbiamo sparse in diverse leggi norme che lo limitano fortemente, dimostra la leggerezza con cui consideriamo questo tema. Ora certe norme – ha detto riferendosi al fatto che sono figlie del passato – sono anacronistiche. Il ragionamento che i colleghi dicono, che un candidato deve essere radicato nella città, sono scelte politiche”. Dieter Steger (Svp) ha risposto alle critiche. Ha detto che la norma che si va a stralciare, sostenendo che “un sindaco dovrebbe avere rapporto con il territorio. Noi faremo una cosa come S – ha proseguito – ci adopereremo in ogni caso affinché questa norma, della quale io sono convinto sia giusta nella sostanza, possa essere recepita nello Statuto. Spero che qui ci sia una discussione produttiva. Mi auguro che vi sia la consapevolezza che se una persona vuole assumersi un incarico rappresentativo in un comune abbia un forte legame con il territorio. Non c’é scritto nulla nello Statuto, ma nell’ordinamento dei Comuni e vedremo nei prossimi mesi se è possibile ancorarlo allo Statuto. Voteremo a favore di questa legge, per evitare il rischio di ricorsi. Ma il tentativo di reinserire questa norma, di per sé giusta, nello Statuto di autonomia. Lo ripeteremo”. Anche Pius Leitner (Freiheitlichen) ha sostenuto il fatto che la norma debba essere reinserito nello Statuto: “Io sono convinto che questa legge reggerebbe di fronte alla Corte Costituzionale. Sono convinto che la tutela delle minoranze debba essere difesa. Il Sindaco ha un’altra funzione rispetto ai consiglieri e potrebbe imporre scelte che ledono le minoranze”. Anche Sven Knoll (Stf) ha annunciato il voto favorevole alla legge per evitare i possibili ricorsi, ma ha detto che “occorre tutelare le minoranze e il requisito dei quattro anni deve essere riproposto. Bisogna guardare la questione dalle varie prospettive: le elezioni comunali sono una cosa diversa da quelle provinciali. Sono elezioni che trattano le persone e non i partiti e riteniamo ragionevole che la norma per ora sia modificata per il rischio di ricorsi a livello costituzionale, ma poi sarà necessario ripensarla”.
Sentiamo il consigliere provinciale Alessandro Urzì, candidato sindaco di Bolzano: