Secondo la ministra degli esteri austriaca Karin Kneissl, sulla questione del doppio passaporto per i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina c’è “un dialogo permanente con Roma e un stretto accordo con Bolzano”. “Nel frattempo si riunisce un gruppo di lavoro sotto guida del ministero degli interni per chiarire le questioni giuridiche. Informiamo di questi lavori a tutti i livelli”, ha detto Kneissl alla radio austriaca Orf. La scorsa settimana è già avvenuto “uno scambio di vedute” tra i segretari generali, ha aggiunto la ministra. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher, sempre ai microfoni della Orf, ha sottolineato “il valore simbolico del doppio passaporto per il legame con l’Austria” che però non toccherà l’autonomia. Come criterio d’accesso la dichiarazione di appartenenza linguistica potrebbe però essere “troppo poco perché non sempre veritiera”. Sulla Tiroler Tageszeitung il governatore tirolese Guenther Platter sottolinea la necessità di una “soluzione europea” condivisa. Intanto anche alcuni politici italiani o mistilingui in Alto Adige non sono contrari all’ipotesi del doppio passaporto, che però dovrebbe essere concesso a tutti i richiedenti altoatesini, anche a quelli di madrelingua italiana. Nel frattempo emergono le prime reazioni anche in Trentino, completamente escluso dal possibile provvedimento austriaco. “La proposta che sta avanzando in Austria – si legge in una nota del Patt – purtroppo risponde a una visione nazionalista basata sull’appartenenza linguistica che dovrebbe essere stata sepolta dopo la prima metà del ‘900 e il secondo conflitto mondiale. Questa interpretazione inoltre sminuisce e snatura l’identità trentina (e in parte sudtirolese) che, basandosi su motivazioni storico-culturali e non linguistiche, viene completamente esclusa da questo provvedimento”.
Ascolta l’intervista ad Elena Artioli, consigliera provinciale
Ascolta l’intervista a Franco Panizza, segretario politico del Patt