Solo quattro ipotesi di fusione di piccoli Comuni su undici sono state ieri approvate in Trentino ove si sono svolti i relativi referendum. Dalle urne è arrivato il via libera solo per Terre d’Adige (che raggrupperà Nave San Rocco e Zambana), Novella (che accorperà Brez, Cagnò, Cloz, Revò e Romallo), Ville di Fiemme (che accorperà Carano. Daiano e Varena). Faedo, infine, si fonde con San Michele all’Adige. Boccate tutte le altre proposte. Questa nuova infornata di proposta di fusioni non ha portato ai risultati sperati ma ieri sera il governatore del Trentino Ugo Rossi ha sottolineato l’importanza della riduzione di Comuni sinora raggiunta. In Trentino c’erano 217 Comuni. Ora sono scesi a 169.
“Il risultato dei referendum sulle fusioni è un sonoro e meritato schiaffo nei confronti della politica centralista e tecnocratica della Giunta provinciale”. Lo afferma il consigliere provinciale di Civica Trentina Rodolfo Borga. “Non appena il confronto tra favorevoli e contrari alle fusioni è stato soltanto in parte riequilibrato – aggiunge – i territori hanno riposto picche a chi da Trento, con evidenti forzature, voleva imporre logiche estranee alle tradizioni più autentiche tradizioni della nostra Terra”. “Una sconfitta clamorosa per la Giunta – prosegue Borga – e soprattutto per il Patt, che, nonostante la sua massiccia opera di persuasione, è stato sconfessato dai suoi stessi elettori. Ad oggi, giunti a metà legislatura, la sola riforma compiutamente attuata è stata quella che voleva ridurre significativamente il numero dei Comuni”.