DOVE VA IL LAVORO CON ENRICO MORETTI E TITO BOERI

DOVE VA IL LAVORO con Enrico Moretti e Tito Boeri
Teatro sociale – ore 15,30

Il libro di Moretti ha cambiato le prospettive del lavoro. L’autore, invitato anche nello studio ovale di Obama per presentare le sue idee, ha analizzato le location dove il lavoro viene svolto e dove si concentra la produzione verificando …..
Il luogo dove si produce diventa sempre più importante sia per il successo dell’impresa che per la carriera del lavoratore facendo ecosistema. La ricerca di Moretti ha verificato che se prima la produttività era determinata dal capitale fisico (macchinari, infrastrutture, trasporti), negli ultimi 30 anni la priorità va al capitale umano (scolarità, training, creatività, competenze). Questo determina la nascita di diverse zone ad alta produttività che attraggono reciprocamente queste competenze e i capitali per utilizzarle.
E’ un effetto “Clustering” che concentra capitali, industrie, risorse umane e che si autorigenera continuamente creando crescita. La forchetta con le altre zone a bassa concentrazione di questi fattori si ingrandisce sempre di più ed è per questo che anche negli Usa, dove questo sistema funziona, ci sono zone produttive e perciò ricche vicino a zone povere.
Questo fattore si evidenzia ancora di più dove la concentrazione di imprese riguarda Hi-tech. Lo sviluppo di questo campo infatti garantisce un indotto maggiore su tutto il contesto perché le competenze, che sono molto alte e ben retribuite, sono difficilmente delocalizzabili in altri luoghi, cosa che invece succede con la produzione manifatturiera che può venire trasferita in altri stati (esempio cinese).
In aggiunta l’effetto moltiplicatore garantisce che ogni posto di lavoro creato nell’Hi-tech, genera 5 posti nei servizi.
L’autore fa l’esempio dell’azienda Twitter con sede a San Francisco: 2000 impiegati che indirettamente danno lavoro ad altri 10.000 persone fra ristoratori, camerieri, tassisti, negozianti, etc.
Per Moretti il problema dell’Italia è che le nostre piccole imprese, che sono la maggioranza, sono destinate a restare piccole e non potranno mai creare questo circolo vizioso.
Se una volta si pensava che restare piccoli fosse una sorta di risparmio e un vantaggio, ora questo concetto ritorna come un boomerang sociale.

3 Giugno 2016


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