COVID, IN PIEMONTE IL 22% DEL PERSONALE SANITARIO è STRESSATO

Foto: Italpress ©

TORINO (ITALPRESS) – Il 22% del personale medico piemontese è stressato e ansioso per colpa della pandemia. Una percentuale che sale al 27% se si guarda solo a chi interagisce direttamente con i pazienti malati di Covid-19, e tra questi il 53% ha sintomi chiari di un problema psicologico.
E’ questo il quadro che emerge da una ricerca che sarà presentata dall’Ordine degli psicologici del Piemonte nel corso di tre incontri sul tema “Il diritto alla salute psicologica”, previsti da domani a venerdì nell’ambito delle iniziative per la Giornata nazionale della psicologia, che si celebra il 10 ottobre.
Lo studio, realizzato tra maggio e giugno, ha coinvolto 4.550 operatori del comparto sanitario piemontese ed è stato coordinato dall’Università di Torino che insieme all’ordine degli psicologi ha intervistato il personale di tutte le Asl piemontesi.
“Sono numeri importanti, perchè nella norma, solo il 12% della popolazione ritiene di avere bisogno di un aiuto psicologico, qui invece la percentuale è doppia. Ed è altrettanto significativo che non vi sia una grande discostamento tra i numeri di chi ha operato a stretto contatto con i malati, e gli altri operatori sanitari”, ha spiegato Georgia Zara, vicepresidente dell’ordine regionale degli psicologici.
Il presidente, Giancarlo Marenco, ha invece illustrato le tematiche che verranno affrontate: domani alle 9 presso il Villino Raby di corso Francia a Torino, si parlerà di Psicologia e cure primarie per la promozione della salute mentale, giovedì focus sul rapporto scuola-psicologia, e venerdì infine l’analisi dell’assistenza psicologica negli ospedali durante la pandemia. Decine i relatori del programma, con interventi a tutti i livelli nazionali e internazionali.
Durante la presentazione dell’evento, è stata anche resa nota l’ultima rilevazione dell’ordine nazionale degli psicologi, dello “stressometro” degli italiani.
Stando ai dati raccolti, il 50% degli italiani si dice mediamente stressato, contro il 37% che si ritiene molto stressato. Tra le cause, l’emergenza coronavirus resta al primo posto con il 25% delle risposte, ma sono in forte crescita la situazione lavorativa al 23% e la condizione economica al 22%.
Solo al 6% l’organizzazione famiglia-lavoro, e al 5% la condizione di salute.
(ITALPRESS).

5 Ottobre 2020


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