La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha deciso di aprire ufficialmente il procedimento contro il Governo svizzero sulla base del ricorso presentato nel 2022 da Alex Schwazer.
Il procedimento riguarda il rifiuto del tribunale federale svizzero di ammettere la revisione della sentenza arbitrale del Tas del 30 -01-2017. “La comunicazione del ricorso al governo – fanno sapere i legali dell’ex campione altoatesino – rappresenta un passaggio cruciale nello sviluppo della procedura e nell’esame delle doglianze prospettate dall’atleta di marcia. L’allora sentenza del Tas tarpò le ali alla carriera di Schwazer confermando la colpevolezza del marciatore altoatesino oro olimpico nella 50 km di marcia a Pechino 2008 con una squalifica di ben otto anni”.
“Come abbiamo sempre detto, andremo fino in fondo con tutti mezzi possibili e per questo motivo abbiamo anche fatto questo procedimento davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, l’ultimo iter possibile per quanto riguarda la giustizia sportiva. Era maggio del 2022, ora abbiamo passato un altro scoglio, però il finale è tutto ancora da scrivere”.
Lo ha detto Alex Schwazer commentando a Bolzano la decisione della Cedu. Per quanto riguarda lo stop forzato di otto anni il marciatore ha commentato: “Come dico sempre, rimpianti non ne ho, perché io, così come tutte le persone che sono state vicine, abbiamo sempre dato tutto e siamo riusciti ad arrivare dove si poteva arrivare. Tutto qui, quindi io di rimpianti non ne ho”.
Il procedimento di Strasburgo “chiarirà il fatto se ho avuto un processo equo, oppure no, non entrerà in merito”, ha precisato il 40enne. “Sono sereno, sono sempre sereno”. Quello della Corte europea dei diritti dell’uomo è un iter “che ho seguito poco, perché dopo il procedimento penale a Bolzano ho chiuso con tutto e quindi la notizia la ho appresa oggi, ma per me non cambia nulla”, ha concluso Schwazer.[Vs]



