La demenza senile, legata al morbo di Alzheimer , è meno aggressiva nelle persone bilingui e ritarda l’insorgere della malattia con una incubazione più lunga che può ritardare i primi sintomi anche di oltre 4 anni. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Alto Adige dalla Medicina Nucleare e da esperti scientifici impegnati in Geriatria e Fisica Sanitaria. Dallo studio è emerso che il bilinguismo, pur non potendo tutelarci dall’insorgere della malattia vera e propria, mette in atto una serie di meccanismi compensatori cerebrali che funzionano da difesa contro l’avanzare del morbo
Ascolta l’intervista a Mohsen Farsad, primario del reparto di medicina nucleare dell’ospedale di Bolzano