Fra meno di due anni i lavori del WaltherPark a Bolzano saranno ultimati e il centro commerciale aprirà finalmente le sue porte. Ecco perché si stanno cercando circa 700 collaboratori, come annunciato da Heinz Peter Hager, Presidente di SIGNA Italia, nell’ambito di una conferenza stampa per illustrare lo stato di avanzamento del progetto di questo che sarà un fiore all’occhiello anche dal punto di vista architettonico del capoluogo altoatesino a firma del famoso architetto britannico Sir David Alan Chipperfield. “Ecco perché ci stiamo preparando al meglio e in modo professionale”, ha spiegato Hager, che in qualità di Presidente di SIGNA Italia è responsabile del progetto WaltherPark e di tutti gli altri progetti in Italia. Infatti, entro la fine di quest’anno la SIGNA istituirà a Bolzano un cosiddetto HR Desk, che fungerà da punto di contatto tra i futuri operatori del centro commerciale e i loro potenziali collaboratori. WaltherPark sarà un luogo di lavoro attrattivo.
Nel centro commerciale WaltherPark saranno collocati circa 90 operatori del commercio, della ristorazione e del terziario. Ben due anni prima dell’apertura, circa il 60% delle superfici offerte in locazione, risultano già affittate o in procinto di firma. Ci sarà un moderno hotel a 4 stelle superior, già affittato al gruppo altoatesino Falkensteiner, spazi da adibire ad uffici, già tutti venduti, e circa 110 appartamenti già venduti al 50% con costi al mq a partire da 8.000 Euro.
Nel frattempo, il complesso immobiliare continua visibilmente a crescere come ha confermato Heinz Peter Hager. Anche i progetti infrastrutturali stanno procedendo bene: Ci si riferisce in primo luogo alla nuova galleria da Via Mayr-Nusser verso i parcheggi sotterranei del centro città, grazie alla quale, in futuro, sarà possibile limitare il traffico in Via Alto Adige. Ma ne fanno parte anche la nuova autostazione in Via Renon (in funzione da qualche anno), il sottopasso pedo-ciclabile a Ponte Loreto, la nuova progettazione del Parco della Stazione, la costruzione nel fiume Isarco per il sistema di raffreddamento nonché il collegamento alla rete di teleriscaldamento. “Si tratta di un progetto molto grande e complesso, il più grande cantiere privato dell’Alto Adige. Facciamo del nostro meglio per ridurre al minimo l’impatto derivante, per esempio, dal traffico di cantiere”, sottolinea Hager. In passato, ci sono stati dei ritardi – nella maggior parte dei casi classificabili come “forza maggiore”, tra questi i 4 ritrovamenti di bombe; la pandemia con i relativi lockdown; l’innalzamento della falda acquifera nella fossa di scavo che durava per mesi; il continuo smaltimento professionale di amianto e terreno contaminato; le strozzature nelle forniture e la carenza di materiali da costruzione a partire dal 2021 nonché le decisioni della politica in merito alla pianificazione e all’esecuzione dei cantieri.