In Italia sono più di un milione i bambini e gli adolescenti che vivono in povertà assoluta: quasi una famiglia su dieci. Di questi circa 861.000 vivono in una famiglia dove c’é almeno un occupato. Si evince che il reddito da lavoro, da solo, non riesce a garantire l’accesso ai beni di prima necessità. Se al Nord e al Centro la percentuale di bambini ed adolescenti in povertà relativa è di poco inferiore al 15%, al Sud raggiunge quasi il 30%. L’investimento sulla prima infanzia è tra i più bassi d’Europa e la diffusione e le caratteristiche dei servizi per l’infanzia sono anche in questo caso molto eterogenee sul territorio, a tutto svantaggio ancora una volta del Sud Italia. E’ quanto emerge dall’Atlante 2016 di Save the children Italia, che ha rilevato secondo diversi indicatori, quali sono le condizioni di povertà economia ed educativa dei minori fino a 18 anni. La povertà educativa è , infatti, generalmente correlata a quella economica.
“La povertà educativa è altrettanto insidiosa di quella economica, ma è sottovalutata, specificatamente nei minori – ha spiegato Christin Morabito – la povertà educativa indica la privazione per un bambino e per un adolescente della possibilità di apprendere e far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni. Allo stesso tempo, povertà educativa significa anche la limitazione dell’opportunità di crescere dal punto di vista emotivo e delle relazioni con gli altri. In Italia, un minore su quattro non solo non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica: solo uno su cinque in lettura, attestandosi su percentuali tra le più alte in Europa, ma non ha neanche le opportunità di accedere alla cultura, allo sport, alla lettura e a internet.
I dati elaborati dall’Istat per Save the Children, indicano che il 64% dei minori nel 2014 non ha svolto 4 o più attività tra le 7 considerate (sport in modo continuativo, internet ogni giorno, teatro, concerti, musei, siti archeologici, lettura di un libro), e il 17% ne ha svolto soltanto una, l’11% nessuna. Se nel Sud e nelle isole, l’incidenza della privazione ‘culturale e ricreativa’ è più marcata (supera il 70%), nelle regioni del Nord riguarda comunque circa la metà dei minori considerati. L’11,6% dei ragazzi nelle Province di Trento e Bolzano non raggiunge le competenze in lettura. Nel dettaglio il 48% dei minori in Italia tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro se non quelli scolastici nell’anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo, il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva.