Percepiva gli assegni familiari per le famiglie numerose e il reddito di garanzia in quanto disoccupati, oltre a vivere in un alloggio Itea, la banda dedita ai furti, arrestata dai carabinieri di Trento. Si tratta di sei persone, 5 sinti e un romeno di 18 anni, tutti residenti tra il capoluogo e Comano Terme. In un anno in sodalizio criminale ha razziato merce per 150 mila euro, 20mila il bottino recuperato. In tre erano già in carcere. La banda deve rispondere di almeno 47 furti, messi a segno nell’intero arco del 2015, in chiese, farmacie, cantieri, bar e supermercati. I sinti, tra loro legati da vincoli di parentali, erano capeggiati da Luciano Pasquale di 55 anni, i soldi rubati venivano spesso giocati alle slot machine. Altre tre persone sono state denunciate, tra loro due donne. L’indagine è partita lo scorso settembre dalla compagnia di Riva del Garda, che ha portato all’operazione denominata Bedi, che in sinti significa forze di polizia. I furti sono avvenuti a Vigolo Vattaro, Calavino, Aldeno e Drò, nelle valli Giudicarie e Rendena.
Sentiamo il comandante della compagnia di Riva del Garda Marcello Capodiferro: