Cronaca

ALTO GARDA, FRODE FISCALE DA 1,2 MILIONI NELLA RISTORAZIONE

Sei persone denunciate e cinque società segnalate

La Guardia di finanza del Comando Provinciale Trento ha scoperto un illecito meccanismo di reclutamento ed utilizzo di manodopera nel settore della ristorazione, che ha consentito a cinque società di realizzare una frode fiscale di oltre 1,2 milioni di euro. Le Fiamme Gialle della Tenenza di Riva del Garda – comunica una nota – sono partite da un controllo avviato nei confronti di una società dell’Alto Garda operante come ristorante di cucina orientale, la quale, sebbene sulla carta avesse in forza un solo dipendente, operava con continuità 7 giorni su 7, sia a pranzo che a cena, con prezzi concorrenziali legati alla formula “all you can eat”.
Sei soggetti sono stati così denunciati per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente e soggettivamente inesistenti oltre che per somministrazione fraudolenta di manodopera. Cinque società (una operante nell’Alto Garda e quattro ubicate tra le province di Roma, Firenze, Palermo ed Isernia) sono state quindi segnalate per la responsabilità amministrativa dipendente da reato, in quanto le violazioni tributarie sono state commesse nel loro interesse e vantaggio da parte degli amministratori. Sul piano amministrativo, inoltre, è stato contestato l’omesso versamento di contributi previdenziali per oltre 300 mila euro e sono state irrogate sanzioni in materia di lavoro per circa 260 mila euro.
Le indagini hanno permesso di appurare che, nel tempo, l’impresa ha utilizzato 39 lavoratori formalmente assunti da quattro società compiacenti, le quali, al fine di mascherare la somministrazione delle maestranze all’azienda, avevano stipulato con essa dei contratti di appalto di servizi e distacco di personale, in forza dei quali emettevano fatture per prestazioni in realtà mai avvenute.
Attraverso l’esame dei documenti acquisiti durante le operazioni ispettive e mediante l’assunzione di informazioni dai lavoratori, che dal 2020 in avanti hanno lavorato come cuochi o camerieri nel ristorante, è emerso che i rapporti tra la società ispezionata e le aziende somministratrici erano privi degli elementi che caratterizzano i contratti di appalto e distacco, ossia l’organizzazione autonoma di mezzi e risorse, nonché l’interesse e la temporaneità del distacco.
In particolare, è stato scoperto che i lavoratori erano soggetti alla totale e completa gestione dei responsabili della società operante nell’Alto Garda, i quali decidevano gli stipendi, gli orari, i turni di lavoro e le varie mansioni da far svolgere alle maestranze, quasi tutte di origine straniera e convinte di essere state assunte direttamente dalla società rivana, atteso che non conoscevano né i referenti né il nome dell’azienda che li aveva effettivamente in forza.
Emblematico il caso di un lavoratore che, solo ricontrollando il nominativo del disponente il bonifico a pagamento dello stipendio mensile, si è accorto di non essere stato assunto dal ristorante presso cui lavorava da mesi e nei cui locali aveva sottoscritto il contratto di lavoro.
La conseguenza che ne è derivata, dunque, è l’inesistenza soggettiva e giuridica delle fatture emesse dalle quattro aziende a favore della società verificata, con il recupero dell’imposta sul valore aggiunto indebitamente detratta dalla società, quantificata in oltre 206 mila euro.

24 Novembre 2025


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