“Stavo chiacchierando con Omer Cim, quando mi chiese se avessi un’arma da fuoco. Stupito, gli chiesi a cosa gli servisse, ma non mi rispose. Il giorno dopo lessi del delitto sui media: fu uno shock”. Il racconto è stato al centro della deposizione di uno dei testimoni dell’accusa, un barista di Merano, nell’ambito del processo per il femminicidio di Silandro. Durante l’udienza di oggi, in Corte d’assise a Bolzano, è stato sentito anche il titolare di un’armeria di Silandro dove, il 2 agosto, Cim acquistò il coltello che usò poi per compiere il delitto: “Qualche giorno dopo tornò in negozio, per chiedere cosa dovesse fare per procurarsi un porto d’armi. Voleva una Beretta semiautomatica”.Il processo è quello per il femminicidio di Silandro, avvenuto il 12 agosto 2023. La vittima, Celine Frei Matzohl, venne uccisa con 9 coltellate dal compagno, Cim, che poi tentò la fuga: è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, resistenza a pubblico ufficiale, percosse e minacce aggravate. In aula, stamattina, anche il maggiore Christian Faccinetto dei carabinieri del Ris di Parma che ha confermato la ricostruzione della dinamica del perito incaricato dell’autopsia. Frei Matzohl venne colpita quando già si trovava a terra, immobile: lo si deduce, ha spiegato, dal fatto che tutte le tracce di sangue hanno lo stesso punto di origine, e dal fatto che sui jeans non avesse tracce di sangue, deviate dal corpo di Cim che si trovava sopra di lei. Prossima udienza il 28 gennaio.
FEMMINICIDIO SILANDRO, ‘IL GIORNO PRIMA MI CHIESE UNA PISTOLA’
Udienza a Bolzano del processo a Omer Cim

17 Gennaio 2025
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