L’altoatesino Alex Schwazer è tornato un uomo sportivamente libero, dopo la fine ieri della squalifica per doping. Otto anni fa alla vigilia di Rio 2016 arrivò la squalifica che chiuse la sua carriera agonistica e da lì anni di battaglie legali in tribunale per provare la sua innocenza. Schwazer a dicembre compirà 40 anni. In sede penale l’atleta ha ottenuto l’archiviazione del caso e il riconoscimento che ci fu manipolazione della provetta. Innocenza che non è stata riconosciuta in sede sportiva. L’atleta era stato trovato positivo al doping anche nel 2013, in quel caso ammise di essere colpevole. Queste le parole che ha scritto con una foto di spalle mentre guarda una pista di atletica insieme ai suoi due figli.
“Oggi scade il termine della ingiusta squalifica che ho dovuto scontare per intero. Mi auguro che a nessun atleta venga mai riservato il trattamento che ho dovuto subire in tutti questi otto anni per difendere e tutelare il mio onore e la mia dignità, per provare la mia innocenza, per cercare di ottenere giustizia e per dimostrare la verità. Ringrazio tutti quelli (pochi) che mi sono stati vicini in questo doloroso (ed infernale) percorso, quelli che non mi hanno mai abbandonato, quando sarebbe stato facile farlo, quelli che hanno lottato con me e sofferto assieme a me per l’ingiustizia che dovevo sopportare e per il trattamento che mi veniva riservato. Ringrazio, infine, quelli (molti) che dopo aver compreso la mia innocenza ed estraneità ai fatti di cui ero stato accusato, mi hanno fatto sentire (seppur a distanza) il loro affetto e vicinanza, grazie! Il buio e le tenebre per l’ingiustizia subita faranno ora posto alla luce di un nuovo giorno nel quale potrò accompagnare i miei figli a gareggiare in una piscina o in una pista di atletica senza per questo incorrere in squalifiche (cosa che sarebbe avvenuta fino a ieri).
Alex”.[Vs]