I suicidi di due detenuti avvenuti a Trento nel 2014 sono riconducibili a fattori personali e non a deficienze strutturali o a problemi di rapporto con il personale. Lo ha detto il direttore della Casa circondariale di Spini di Gardolo, Valerio Pappalardo, che dal dicembre scorso ha in reggenza l’istituito penitenziario. Il problema del carcere, ha detto, è la carenza di organico. Attualmente sono 100 gli agenti di polizia penitenziaria, che lavorano a Trento nord, pari alla metà di quelli previsti per la struttura. I detenuti sono 208, di cui 10 donne, per circa il 70% stranieri, soprattutto nordafricani. Circa 150 sono già condannati in via definitiva a pene medio-brevi. La capienza massima è di oltre 400 detenuti. Il carcere, ha poi aggiunto Pappalardo, è un mondo tradizionalmente chiuso, deve, invece, essere aperto alla comunità, farsi conoscere, interagire con le altre realtà e chiedere collaborazione.
TRENTO. CARCERE SOTTO ORGANICO. DUE SUICIDI NEL 2014
29 Aprile 2015
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