GRAVINA DIFENDE IL PROTOCOLLO “CHI NON LO RISPETTA DEVE PAGARE”

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PALERMO (ITALPRESS) – Lo scontro continua: da un lato gli organi calcistici, secondo i quali ieri sera a Torino si sarebbe dovuto giocare, dall’altro il Napoli, pronto a contestare l’eventuale sconfitta a tavolino e sostenuto dalle autorità sanitarie. In mezzo il protocollo concordato col Cts, che per la Figc e il ministro Spadafora resta valido mentre da altre parti lo si giudica ormai superato e non più adatto alla realtà attuale. Non si placano le polemiche in merito alla “gara fantasma” dell’Allianz Stadium. La Procura della Figc ha aperto un’inchiesta sulla corretta applicazione da parte del Napoli del protocollo, chiedendo copia della corrispondenza fra Asl, Regione e club partenopeo. Il tutto in attesa della decisione del giudice sportivo, prevista per domani ma che potrebbe slittare: chiesto un supplemento d’indagini che lo porterà a prendersi qualche altro giorno prima di pronunciarsi. Tutto lascia pensare che la sconfitta a tavolino per i partenopei sia inevitabile ma il Napoli non ci sta. Mentre i giocatori si sottopongono a nuovi tamponi in vista del ritiro-‘bollà a Castevolturno (gli esiti sono attesi per domani mattina), lo staff legale del club si prepara alla battaglia. “Il Napoli non ha avuto scelta, per viaggiare il club avrebbe dovuto violare provvedimenti statali rischiando conseguenze penali”, sostiene l’avvocato Mattia Grassani. Dal Ministero della Salute ribadiscono che l’ultima parola spettava all’Asl ma in difesa del protocollo arrivano in serata le parole del ministro Spadafora (“Ad oggi è valido ma va rispettato da tutti col massimo rigore”) e soprattutto del presidente federale Gravina. “Crediamo molto in questo protocollo, è chiaro e ha funzionato, non capisco perchè non debba funzionare anche per il futuro. Credo che possiamo stare tranquilli che il campionato si può disputare e svolgere in sicurezza. Certo, se cominciano ad esserci delle falle e qualcuno sbaglia allora quel qualcuno deve pagare”, il monito del presidente federale.
(ITALPRESS).

5 Ottobre 2020


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