MES, PATUELLI “NON C’è PIù UN RISCHIO PER LA SOVRANITà”

Foto: Italpress ©

ROMA (ITALPRESS) – “Il Mes dovrebbe cambiare nome, perchè oggi è stato trasformato in un’altra cosa e non c’è più un rischio per la sovranità costituzionale dell’Italia”. Lo afferma il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, in un’intervista al Sole 24 Ore.
“Il negoziato svolto dall’Italia, con l’impegno del commissario Paolo Gentiloni e del ministro Roberto Gualtieri, ha trasformato il vecchio accordo in un’iniziativa di emergenza che io definisco ‘non più Mes’ e che, a quanto risulta, non ha più le condizionalità che aveva in precedenza, ma serve solo per spese per la sanità pubblica – aggiunge -. Per questo motivo dovrebbe essere ora escluso ogni rischio per la sovranità costituzionale dell’Italia. La necessità di interventi per ammodernare le strutture sanitarie esistenti e per diffonderle sul territorio mi sembra evidente”.
In merito al piano per il rilancio del Paese cui sta lavorando il Governo, Patuelli commenta: “L’auspicio è che le risorse siano utilizzate al meglio: abbiamo vari esempi di regioni che non riescono a spendere fondi europei. Le fonti di finanziamento sono molteplici: i fondi crescenti della Bce per l’acquisto dei titoli di Stato che contribuiscono a calmierare il costo del debito italiano; i fondi Bei; il Sure per finanziare la cassa integrazione; il Recovery fund finalizzato a progetti di sviluppo. E poi c’è il ‘non più Mes'”.
Alla domanda se ci siano priorità per gli investimenti, il presidente dell’Abi risponde: “E’ assolutamente così. Oltre alla sanità c’è la tutela ambiente: i rischi legati ai virus sono più accentuati dove è maggiore l’inquinamento”. Poi “le infrastrutture immateriali, come la necessità di garantire l’accesso alla tecnologia per tutti. E quelle materiali: penso ai collegamenti ferroviari e al ruolo cruciale che possono avere nel rilancio del turismo. Le dorsali ferroviarie tirrenica e adriatica sono in condizioni di antichità, alcune tratte come la Orte-Ancona risalgono all’epoca risorgimentale. L’istruzione: la pandemia ha dimostrato che la programmazione dei conteggi del numero limitato di possibili medici erano sbagliati. Bisogna correggere la tendenza”.
(ITALPRESS).

4 Giugno 2020


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