Tecnologia e politica hanno cambiato in questi ultimi anni il mondo del commercio globale. La premessa è stata di Andrea Fracasso, dell’Università di Trento. Molti paesi già inseriti nella catena del commercio mondiale ne hanno risentito; altri emergenti ne hanno tratto vantaggio. Il presidente statunitense Donald Trump – ha ricordato Fracasso – imputa alla Cina manipolazioni del cambio, aiuti di stato, estorsione e furti di tecnologia estera, discriminazione all’attività di aziende americane in Cina, minacce alla sicurezza nazionale. «La risposta unilaterale – ha spiegato Fracasso – da parte degli Usa è consistita in una politica di dazi alle importazioni cinesi e blocchi agli investimenti cinesi negli Stati Uniti». Ma come possono cambiare gli scenari mondiali? Fracasso non prevede scenari isolazionistici, ma la nascita di blocchi «regionali»: l’Unione Europea è già uno di questi. «Il tentativo americano di frenare la Cina – ha proseguito Daniel Gros, economista del Centre for European Policy Studies di Bruxelles – è destinato al fallimento. All’Europa conviene tenere un profilo basso. Meglio puntare su ricerca e sviluppo che su ambizioni di potere geopolitico. Se due stati come Usa e Cina mettono tra loro delle barriere, gli altri sono destinati a beneficiarne».
Meno ottimistica la visione del sottosegretario Michele Geraci: «I dazi aiutano i deboli e redistribuiscono il reddito. L’Italia non può mettere dazi. È casomai compito dell’Ue. Il problema è che quanto a promozione del commercio e dei prodotti, tra i 28 membri dell’Unione c’è una concorrenza spietata. Noi dobbiamo promuovere il made in Italy: nell’ultimo anno il nostro export è cresciuto del 25% in Giappone e Svizzera, dell’11% in India. Anche dire “Prima l’Europa” in un certo senso è sovranismo. Anche l’Ue, con solo il 5% della popolazione mondiale, non fa massa critica. Diciamo no a acquisizioni predatorie nel nostro paese». Per Alessia Amighini dell’Ispi, esperta di mercati asiatici, i dazi sono uno strumento vetusto. Gli elettori di Trump saranno disposti a pagare di più i prodotti cinesi importati? Basta l’aver riportato alcuni posti di lavoro negli Usa? L’incertezza dei dazi è un problema. Gli Stati Uniti dalla Cina importano soprattutto componenti, più che prodotti finiti».
«Agli Usa interessa solo impedire che la Cina li soppianti» è l’opinione di Marta Dassù, direttrice dell’Aspen Institute. Non è solo una guerra commerciale, ma tecnologica e strategica. Gli Stati Uniti chiedono all’Europa da che parte sta. L’Ue sarà inevitabilmente costretta a schierarsi tra Usa e Cina». «Per noi imprenditori questo è un clima di guerra commerciale. Soprattutto perché i dazi imposti da Trump sono guidati solo dalla volontà di fare un danno ai vicini».
AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA SI PARLA DI GUERRE COMMERCIALI

FOTO: Domenico SALMASO
1 Giugno 2019
CONDIVIDI
Primo Piano
MERANO, RAGAZZA URTATA DA UN BUS
Paura questa mattina verso le 8 a Merano per una ragazza di 17 anni urtata da un bus mentre andava in bici in piazza Teatro. Sul posto polizia locale, vigili del fuoco e croce bianca, la ragazza è stata soccorsa e trasportata in ospedale.
ROVERETO, FURTO IN CASA DURANTE LE NOZZE IN COMUNE
Brutta sorpresa per una giovane coppia di Rovereto che al ritorno dal pranzo di nozze sabato scorso si è ritrovata la casa svaligiata dai ladri. I malviventi, dopo aver forzato una finestra, sono entrati nell’abitazione a Borgo Sacco e hanno portato via un bottino tra i 3 e i 5 mila euro tra contanti e … Continua a leggere
BOLZANO, CENTAURO MORTO 4 GIORNI DOPO L’INCIDENTE SULLA ME.BO
Non ce l’ha fatta Antonio Luongo, il centauro, di origini napoletane rimasto gravemente ferito giovedì pomeriggio in uno scontro contro un camion sulla MeBo nel tratto fra Nalles e Vilpiano in direzione nord della superstrada, è morto ieri pomeriggio in rianimazione a Bolzano. Fin dai primi soccorsi le condizioni del 27 enne operatore socio sanitario … Continua a leggere