“Anche quest’anno, una valutazione d’insieme del lavoro svolto e dei risultati ottenuti induce a ritenere complessivamente soddisfacente, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, l’andamento locale della giurisdizione in linea con quanto rilevato negli anni precedenti, pur in un panorama nazionale sempre incerto. Il mantenimento di questo ormai abituale livello del servizio giustizia nel distretto di Trento – pur in presenza di qualche criticità – è frutto del costante e qualificato impegno di magistrati e personale amministrativo, nonché della spiccata capacità di adottare opportuni correttivi gestionali (variazioni tabellari, accorpamenti di cancellerie, continua mobilità del personale, ridistribuzione dei carichi lavorativi, ecc.) e prassi virtuose per fronteggiare emergenze o contingenti situazioni di difficoltà”.
Questo il quadro della giustizia in regione, tracciato stamani dal presidente della Corte d’Appello di Trento, Carlo Maria Grillo, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento. “Anche per l’anno giudiziario in esame quindi – ha proseguito – gli uffici del distretto si sono distinti per l’efficienza, il contenimento della durata dei procedimenti, il tendenziale rispetto dei termini della trattazione e del deposito delle sentenze e dei provvedimenti in genere. La laboriosità ed il costante impegno dei magistrati, egregiamente supportati dal personale amministrativo, come si diceva, gli ottimi rapporti con il Foro improntati alla massima e trasparente collaborazione nel rigoroso rispetto dei ruoli, l’estrema affidabilità delle Forze di polizia, hanno consentito di raggiungere, nel contesto di un accettabile rapporto tra carichi di lavoro e piante organiche, risultati senz’altro lusinghieri. Non esistono arretrati apprezzabili da smaltire e i tempi generalmente brevi di definizione degli affari assicurano di norma nel nostro distretto la tanto auspicata ‘ragionevole durata del processo’- Al gratificante apprezzamento da parte degli utenti del Foro si uniscono gli esiti largamente positivi dei raffronti con altre realtà del Paese”.
Nel campo penale nel 2014 si è assistito ad un aumento dei reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione e scippi. Da segnalare inoltre come in Alto Adige siano numerosi gli episodi criminosi connessi all’abuso di alcolici con coinvolgimento di molti minorenni.
“La risposta normativa specifica ai gravissimi problemi che da tempo affliggono la giustizia italiana è, ancora una volta, assolutamente inadeguata e deludente. Si procede per tentativi, con provvedimenti normativi in genere emergenziali, spesso frammentari o di carattere settoriale, con finalità soprattutto riparatorie in un’ottica di sopravvivenza, per cercare di limitare i danni e evitare gli strali europei, ma senza una valida programmazione, una visione d’insieme, senza un serio impianto strutturale che comporterebbe scelte politiche(e relativi impegni di spesa) tanto forti e decise quanto impopolari”. A sottolinearlo, nelle considerazioni introduttive all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento, è stato il presidente della Corte d’Appello di Trento, Carlo Maria Grillo.
Un parere condiviso anche dal procuratore generale di Trento, Giovanni Pescarzoli. “M a la cosa più grave che s’intende segnalare e stigmatizzare – ha aggiunto Grillo – è che, per la prima volta nella nostra storia repubblicana, per nascondere una serie di scelte normative inadeguate o comunque improduttive degli effetti sperati, e prendere quindi preventivamente le distanze da prevedibili insuccessi, si è cercato e si cerca – utilizzando ogni possibile mezzo di comunicazione di massa – di scaricare la colpa del malfunzionamento della giustizia italiana sulla neghittosità e ignavia dei magistrati, peraltro varando – per rafforzare tale tendenziosa prospettazione – leggi punitive nei loro confronti. Per la prima volta i magistrati italiani si sono visti costretti, per informare i cittadini sugli esatti termini del problema e tutelarli da una massiccia disinformazione, a comprare pagine dei quotidiani più diffusi per pubblicare i risultati ufficiali cui è pervenuta la Commissione europea per l’efficienza della giustizia, secondo la quale proprio i magistrati italiani sono classificati da anni ai primi posti nel nostro continente per quanto concerne la produttività”. In questo senso Grillo ha parlato dell’inaugurazione dell’anno giudiziario come “meno utile nella parte propositiva generale, astrattamente anch’essa importante, in cui il presidente della Corte suprema prima e i capi delle Corti d’appello immediatamente dopo evidenziano le esigenze concrete della giustizia, prospettando eventuali soluzioni e suggeriscono le vie da percorrere. Molto raramente infatti tali meditati input sono serviti finora a qualcosa”. Pescarzoli ha puntato inoltre il dito sulla “riduzione dell’età pensionabile senza un progetto d’insieme che salvaguardasse l’integrità degli organici”, sulla decretazione d’urgenza “che non mancherà di dare luogo a interpretazioni discordanti”, oltre che sulla “latitanza del Parlamento sulle riforme”, e sulla “costante minaccia di sanzioni, che ispira il tema della responsabilità civile dei magistrati”.
“Il primo saluto, tradizionalmente indirizzato al presidente della Repubblica, lo rivolgo oggi, unito a un sentito grazie, a chi, negli ultimi nove anni, ha ricoperto questo alto ruolo con sensibilità, misura, dignità e autorevolezza, cercando di tenere in rotta questa nostra nazione attraverso mari notoriamente agitati”. E’ dunque con un riferimento al presidente Giorgio Napolitano che il presidente della Corte d’Appello di Trento, Carlo Maria Grillo, ha aperto il suo discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento. “Confidiamo tutti – ha aggiunto – che venga individuato un degno successore, di elevata caratura e senso istituzionale, pur consapevoli che non sarà facile per nessuno raccogliere una simile eredità. Dal nuoco capo dello Stato, costante baluardo della Costituzione, ci si attende che con spirito davvero super partes si prodighi per assecondare e favorire le necessarie riforme ordinamentali di cui il Paese ha urgente bisogno e che, quale presidente del Consiglio superiore della magistratura, continui a assicurare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ordinaria, oggetto di sempre più frequenti e incontrollati attacchi e censure”.