Il direttore del Tg4 Mario Giordano ha presentato ieri a Bolzano la sua ultima pubblicazione “Pescecani”. Il giornalista a venti anni di distanza dal suo primo libro “Silenzio si ruba”, pubblica questa denuncia sul malaffare italiano. Quando la classe politica latita i pescecani prendono il sopravvento, utilizzando ogni campo per guadagnare soldi sui problemi che colpiscono la collettività, dagli zingari ai profughi. Un giornalista appassionato, tanto amante della politica quanto oppositore di una certa politica. Secondo Giordano non cambierà mai nulla finché su questi problemi si possono fare grandi guadagni. Un esempio è la burocrazia che esiste proprio perché i pescecani nuotano in quello che l’autore definisce “il mare di mezzo”, una fonte inesauribile di possibilità. Le storie e gli esempi che il libro mette a galla sono tantissime, tutte documentate e che parlano di sprechi, di privilegi e di geni del male che sftuttano il sistema nemmeno velatamente. Il virus si sta allargando dalle grandi città verso periferie e province. Perché questo libro? Perché il morbo del “pescecanismo” si sta sviluppando anche dentro tutti noi: vedendo come gira il mondo, sono sempre più le persone che hanno la tentazione di adeguarsi a questo sistema visto che nessuno ne paga mai il conto. Nessuno dei suoi pescecani infatti è finito in galera e il Paese non avrà più futuro se finirà nelle mani di questi furbetti. La politica viene meno alle sue peculiarità fondamentali e passa più tempo a tutelare i propri interessi, i propri vitalizi e i propri rimborsi faraonici. Per Mario Giordano, editorialista di Libero e già direttore anche di Studio Aperto e del Giornale, è doveroso non arrendersi per continuare a tenere accesa la fiammella del buonsenso e dell’onestà ma soprattutto la speranza di un mondo migliore.