“Una comunità in cammino verso la riforma dello statuto di autonomia”, questo il titolo della conferenza che si è tenuta oggi per cominciare a parlare di quella che dovrà diventare la 3° revisione dello statuto di autonomia. Una prima discussione che ha l’obiettivo di rendere la comunità italiana consapevole del mezzo che ha in mano per migliorare le relazioni territoriali e normative. Molte le personalità intervenute al dibattito nella sala di rappresentanza del Comune di Bolzano. La conferenza, promossa dal vicepresidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo, è stata moderata dal direttore del quotidiano Alto Adige Alberto Faustini che ha faticato non poco per far restare i relatori nei tempi, segno che ognuno ha evidenziato la voglia di confrontarsi sull’argomento.
Secondo il presidente Kompatscher il senso della nuova discussione dovrà tutelare quel “grande potere che abbiamo con lo statuto ma in maniera più condivisa, potremo cercare di migliorarlo ma senza stravolgerlo”. Della stessa idea l’ex vicepresidente della giunta Michele di Puppo secondo il quale senza l’identificazione delle diversità e delle differenti identità non esisterà il riconoscimento per il nuovo documento.
La caratteristica principale – un po’ condivisa da tutti i relatori – dovrà essere una nuova convivenza, adesso ci sono una molteplicità di etnie che dovranno essere comprese nel nuovo statuto, se questo vorrà attraversare le nuove generazioni. Per il presidente della Commissione dei Dodici Lorenzo Dellai “dobbiamo considerare già un miracolo che una costituzione accetti di comprendere delle norme locali che per alcuni settori prevaricano le norme generali stesse, e questo dobbiamo tenerlo presente anche nella prossima stesura”. Secondo Dellai bisognerà rafforzare il ruolo della Commissione Paritetica e delle norme di attuazione perché saranno quelle che in futuro ci proteggeranno dai contrasti costituzionali.
Per l’ex sindaco di Bolzano Giancarlo Bolognini siamo passati per un difficile percorso di pacificazione che ha portato però una garanzia di convivenza fra i gruppi, non si è trattato però di un percorso in discesa, ci sono state ambiguità, incomprensioni e mancanza di equilibri. Di Puppo ha ripreso il tema: “Quando la politica è in crisi invoca le riforme ma per la stessa crisi non riesce a farle”, e ancora, “la nuova democrazia non è più quella di una volta, la sua nuova dimensione tenderà sempre più verso l’esterno e noi dobbiamo integrare agli interessi nazionali anche la tutela delle minoranze”.
Per la Provincia Autonoma di Trento era presente il suo presidente del consiglio Bruno Dorigatti secondo il quale “si apre una grande stagione che può essere di partecipazione ma c’è la necessità di parlarci di più, soprattutto fra province. Adesso le condizioni ci sono ma non è detto che restino anche in futuro”. Scettico Dorigatti anche sul ruolo della Regione: “In questo momento la regione è un problema, così com’è non va avanti e non può essere smontata ma deve essere ridisegnata, i trentini sono preoccupati”.
Roberto Bizzo ha chiuso con un bilancio molto positivo sul dibattito, andato oltre le aspettative. Il pubblico bolzanino ha risposto molto bene così come i relatori, nonostante il giorno prefestivo. Segno che il tema sta a cuore alla comunità e c’è voglia di esserne partecipi.