Eseguivano i colpi in Svizzera, Austria e Val Venosta e avevano la loro base operativa a Bolzano. I carabinieri del capoluogo in collaborazione con la polizia di Innsbruck hanno arrestato i componenti di una banda, accusata di aver messo a segno 75 furti dall’agosto 2012 ad oggi con un bottino complessivo di circa 250 mila euro. I presunti autori dei furti sono quattro giovani di età compresa fra i 25 ed i 34 anni, provengono dall’Albania e dalla Macedonia. Obiettivi privilegiati alberghi, negozi e ristoranti. Nei vari colpi sono stati sottratti gioielli, danaro, biciclette di valore, materiale tecnico sportivo, apparati video, macchine fotografiche. La banda aveva costituito la propria base operativa a Bolzano. I MALVIVENTI vivevano in appartamenti in viale Europa, via Macello e via Cavour. Proprio da bolzano il gruppo organizzava i colpi che metteva a segno periodicamente soprattutto in Austria il più delle volte razziando casseforti con denaro e gioielli. La banda avrebbe iniziato ad operare nell’agosto 2012 ed avrebbe messo a segno complessivamente 75 colpi. I componenti del gruppo sono stati individuati grazie anche ad impronte e tracce di dna rilevate sui luoghi dei furti dalla polizia scientifica austriaca. I quattro arrestati sono ora in carcere a Trento in attesa di essere estradati in Austria ove verranno processati.

L’INCHIESTA

Tre dei componenti identificati del gruppo vivevano in appartamenti in viale Europa, via Macello e via Cavour a Bolzano, un altro a Gussago in provincia di Brescia; di età compresa fra i 25 ed i 34 anni, provengono dall’Albania e dalla Macedonia.
Avendo strategicamente stabilito la loro base in questa Provincia di confine, i malviventi davano corso alle loro spedizioni predatorie in orari notturni, prendendo di mira esercizi pubblici (alberghi, ristoranti, pub), principalmente in territorio austriaco (non disdegnando qualche “puntata” in Svizzera ed in Val Venosta), razziando casseforti con gioielli e danaro, biciclette di ingente valore e quant’altro potesse loro al momento interessare: ricercato materiale tecnico sportivo, apparati video, macchine fotografiche e così via.
Per mettere a segno i loro colpi non esitavano ad impossessarsi prima di autovetture di ogni marca e cilindrata che poi venivano per lo più abbandonate o, nel caso di auto di valore, vendute all’estero.
L’attività dei predoni transfrontalieri è andata avanti, apparentemente indisturbata, dall’agosto 2012 fino ad oggi, per un totale di circa 75 furti a loro ascrivibili ed un danno stimato di circa 250.000 euro.
Sulle loro tracce invece, a partire dai primi mesi dell’anno, si sono messi i Carabinieri del Reparto Operativo di Bolzano unitamente a quelli della Compagnia di Silandro, coordinati dal Pubblico Ministero Dott. Axel Bisignano, a seguito di una serie di furti verificatisi in alta Val Venosta ed oltre confine, sia in Austria che in Svizzera. Un’analoga attività investigativa era stata già intrapresa oltre frontiera dai Poliziotti del Landes Kriminal Amt Tirol di Innsbruck.
È stato grazie all’oramai consolidato spirito di collaborazione ed al costante scambio informativo che intercorre fra i Carabinieri del Comando Provinciale di Bolzano e la Polizia austriaca che gli sforzi si sono uniti per arrivare al risultato comune di inchiodare la banda alle proprie responsabilità ed assicurarne quattro componenti alla giustizia.

I fatti

Nel marzo 2015 a Nauders, in Austria, cittadini comuni e titolari di alberghi denunciano di aver subito nottetempo una serie di furti in casa di somme di denaro per circa 10.000 euro; ad arricchire il bottino degli autori della razzia anche un fuoristrada.
Nello stesso mese, anche a Silandro accade un episodio analogo che induce i militari del Nucleo Investigativo di Bolzano e della Compagnia di Silandro ad interagire con i colleghi d’oltre confine: presso un concessionario di auto viene rubata una RANGE ROVER Evoque, esposta nel parcheggio antistante la rivendita; dalle indagini intraprese, infatti, emergono elementi che inducono gli investigatori a ritenere che ci siano alcune circostanze affini a quelle in cui sono avvenuti una serie di furti perpetrati nel Tirolo austriaco e nel Salisburghese.

Nel mese di aprile, sempre a Nauders, si verifica un’altra serie di furti in abitazione; anche stavolta viene rubata un’autovettura, si tratta di un’AUDI A4.
Gli elementi in comune fra questi episodi hanno fatto ritenere agli investigatori che il furto dell’auto in concomitanza della razzia di abitazioni ed alberghi servisse proprio a consentire ai ladri di attraversare la Val Venosta con un’auto “pulita”.
A distanza di qualche giorno vengono consumati ancora furti in serie nel comune di Ischgl ed in quell’occasione vien portata via una VOLKSWAGEN Kaddy, poi abbandonata a seguito di incidente stradale proprio a Bolzano, in via del Colle. A quel punto il mezzo è stato recuperato e sottoposto ai rilievi tecnici dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bolzano su richiesta del LKA di Innsbruck. Lungo una strada boschiva non distante dal punto in cui è stata abbandonata l’auto, inoltre, vengono trovate anche due casseforti di grosse dimensioni del peso di circa 300 kg ciascuna, risultate rubate nel corso della notte precedente a Galtür in due alberghi della zona, una scure in ferro ed altri arnesi da scasso.

Identificati i sospettati, i Carabinieri del Reparto Operativo di Bolzano hanno ricostruito in modo certosino la composizione del sodalizio, documentando – grazie all’impiego di sofisticate apparecchiature e di articolate tecniche investigative – le risultanze che hanno poi anche consentito alla Procura di Innsbruck di emettere nei confronti di tutti i responsabili il mandato di arresto europeo.
Quindi, a seguito degli inconfutabili indizi di colpevolezza raccolti sui luoghi dei delitti sia da parte della Polizia austriaca che dei Carabinieri e delle ulteriori articolate ed incessanti attività investigative condotte in collaborazione, l’autorità giudiziaria austriaca, nel mese di agosto, ha spiccato un mandato di arresto europeo a carico dei malavitosi, sufficientemente sicuri, forti del loro vantaggio di domiciliare in questa Provincia, di sottrarsi in questo modo alla cattura da parte della Polizia di Innsbruck.

L’esito

Il fiuto degli investigatori italiani uniti alla costante interazione con i colleghi d’oltralpe ha invece portato, in breve tempo, all’individuazione ed alla cattura, nel corso di un vero e proprio blitz che, scattato nei giorni scorsi nei confronti di tutti i destinatari del provvedimento, li ha colti assolutamente di sorpresa.
I soggetti assicurati alla giustizia sono:
1. Eni HALILAJ, 25enne nato in Albania e domiciliato a Gussago (BS);
2. Halim CUPI, 34 enne nato in Albania e domiciliato a Bolzano;
3. Aleks MARKU, 31enne nato in Albania e domiciliato a Bolzano;
4. Almir MIFTARI, nato in Macedonia in data 13.05.1987 domiciliato a Bolzano; tapezziere.
Tradotti in carcere, sono stati posti a disposizione del Presidente della Corte D’Appello di Trento – Sezione Distaccata di Bolzano, con successiva convalida in attesa di estradizione da parte della Dott.ssa Silvia MONACO e Dott.ssa MARTIN Isabella Edith.