Su iniziativa dei volontari del Touring Club Italiano) è stata riaperta ieri al pubblico per qualche ora la chiesa di San Martino in Campiglio riconoscibile per la poderosa torre campanaria in porfido alta quasi 40 metri che si staglia tra l’autostrada A22 e il fiume Isarco.
Inizialmente il luogo di culto dedicato a San Martino campeggiava sul pendio del Colle.
La prima dedica del nuovo edificio sacro è ascrivibile al 1180 mentre la seconda si riscontra, 123 anni dopo, nel 1303.
Punto di convergenza di diversi influssi stilistici, crogiuolo di caratteri tedeschi e influenze italiane, la chiesa di San Martino è una preziosa testimonianza dell’arte locale.
La pianta si caratterizza per una semplice navata collegata all’abside semicircolare attraverso l’arco trionfale. La vicina sagrestia a pianta poligonale è imputabile all’arte dell’architetto Gian Battista Delai (1610).
Gioiello dell’arte sudtirolese, si caratterizza per un eccezionale apparato pittorico del XV secolo: gli affreschi gotici adornano la navata mentre l’abside è arricchita dall’opera di un pittore di formazione veronese.
Il muro di ingresso principale è decorato mediante gli affreschi della Morte di Maria tra gli apostoli e il Cristo e con le imponenti figure di San Giorgio e San Cristoforo. Sopra l’ingresso è rappresentato San Martino a cavallo (XV e XVI sec.).
Gli affreschi, testimonianza gotica della pittura bolzanina, raccontano: l’Annunciazione, la Messa di San Gregorio, San Giorgio che uccide il Drago, San Ulrico e San Leonardo sull’Arco Trionfale, Madonna dell’Umiltà, Evangelisti e Padri della Chiesa, Passione, Ascensione, Adorazione dei Magi.
Guarda l’intervista a Marina Mascher, volontaria del Touring