Sono complessivamente quaranta i capi d’imputazione contestati ai sette indagati finiti ieri agli arresti domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta su appalti e tangenti nel settore della sanità pubblica in Alto Adige ed in Trentino. In Alto Adige sono in stato di arresto Luca Antino di 47 anni, dirigente farmacista all’ospedale di Merano; Roberto Lepore, 50 anni, responsabile tecnico dell’ospedale di Merano e Andrea Cavallaro, 62 anni, responsabile tecnico all’ospedale di Bolzano. Sono stati posti agli arresti domiciliari anche Angelo Allegretti, 50 anni, professionista trentino di Sopramonte che avrebbe avuto un ruolo di mediatore, gli imprenditori romani Enrico Labella di 42 anni e Giorgio Celli di 40 anni. Il settimo indagato finito ai domiciliari è Mauro Ceron di 53 anni, imprenditore in crisi di Mantova. Ad eccezione di Antino, tutti sono accusati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Luca Antino per il momento è imputato solo di corruzione per una microtangente di 500 euro. Aveva però dato la propria disponibilità ad agevolare le ditte compiacenti nella fornitura di apparecchiature elettromedicali in cambio di 15 mila euro di tangenti all’anno per tre anni. Due le ditte che avrebbero battuto la concorrenza grazie alle informazioni riservate ottenute dai presunti operatori corrotti degli ospedali di Merano e Bolzano. Per almeno dieci appalti le ditte Tecnoservice di Roma ed Heka di Trapani avrebbero ottenuto informazioni riservate sulle offerte delle ditte concorrenti in maniera da poter presentare offerte al ribasso e aggiudicarsi la fornitura. il trentino Allegretti è stato arrestato al rientro da un viaggio a Roma con in tasca 20 mila euro in contanti che avrebbero dovuto essere consegnati – secondo l’accusa al meranese Roberto Lepore. Oggi sono in programma i primi interrogatori di garanzia.
Ascoltiamo l’avvocato Nicola Degaudenz difensore di fiducia dell’intermediario trentino Angelo Allegretti: